Canti popolari da tutto il mondo: riprende la Stagione Artistica del Ghedini

Martedì 23 settembre, nella Sala San Giovanni di Cuneo, il Coro della Società Corale Città di Cuneo diretto dal Maestro Giuseppe Cappotto si esibisce in “Desh: voci, storie, emozioni dai popoli di cinque continenti”.

Martedì 23 settembre riprende la Stagione Artistica 2025 del Conservatorio Ghedini di Cuneo: alle ore 21 la Sala San Giovanni di Cuneo (via Roma 4) ospita il concerto “Desh: voci, storie, emozioni dai popoli di cinque continenti” nel quale il Coro della Società Corale Città di Cuneo, quarantadue voci dirette dal Maestro Giuseppe Cappotto, propone un repertorio di musiche popolari a cappella che arrivano da una ventina di Paesi del mondo, tutte eseguite in lingua originale e con arrangiamenti di grande effetto. L’appuntamento è a partecipazione libera, ma è consigliato prenotare il posto in sala dal sito https://www.eventbrite.it/e/biglietti-desh-voci-storie-emozioni-dai-popoli-di-cinque-continenti-1682668730469 a partire da martedì 16 settembre.

«Dopo la pausa estiva siamo felici – dice il presidente del Conservatorio di Cuneo, Mattia Sismondadi riprendere la Stagione Artistica del Ghedini, che ormai rappresenta un appuntamento riconoscibile nella vita culturale della città. La rassegna nasce dalle scelte condivise del Direttore e del Consiglio Accademico e si compone di produzioni interne, che vedono protagonisti i nostri docenti o musicisti ospiti di fama internazionale, e di collaborazioni con diverse realtà culturali del territorio. Proposte diverse, ma unite dall’intento comune di creare una comunità intorno al Conservatorio, offrendo occasioni di ascolto che coniugano qualità artistica e apertura alla cittadinanza».

Il programma della serata comprende ninna-nanne, canti di lavoro e di festa, brani per accompagnare la danza e canti di commiato: ogni canzone è dedicata a un’emozione particolare e l’ascolto permette di avvicinare concettualmente e idealmente mondi lontanissimi soltanto in apparenza. Dei diciannove brani in programma sette provengono dal Vicino Oriente e dall’Asia, cinque dalle due Americhe; gli altri continenti sono rappresentati con tre brani, l’Europa, e due ciascuno per Africa e Oceania: i brani sono stati scelti non tanto in ragione di una rappresentatività geografica, ma per offrire al pubblico la più ampia varietà di melodie possibile e, in particolare, sondare con maggior profondità un repertorio nuovo e poco esplorato in Italia come quello asiatico. Il programma di sala riporta non soltanto il titolo, il Paese di provenienza e il nome dell’autore o dell’arrangiatore di ciascun brano proposto, ma anche una breve frase evocativa tratta da ognuno dei testi e tradotta in italiano, in modo da fornire agli ascoltatori una chiave di lettura diversamente più difficile o del tutto impossibile a causa delle barriere linguistiche.

Desh, la parola che dà il titolo all’intero progetto, è il nome di un raga, una struttura tipica del sistema di musica classica tradizionale dell’India del Nord. Ogni raga è un modello per l’improvvisazione melodica e fornisce regole precise sulle note che è possibile suonare, creando un viaggio sonoro unico e un’identità estetica da trasmettere all’ascoltatore. Con un’estensione del suo significato, Desh diventa per questo concerto un’ideale chiave di lettura di tutta la produzione musicale che il Coro della Società Corale Città di Cuneo propone. Per l’ensemble corale diretto dal Maestro Giuseppe Cappotto questo progetto rappresenta una crescita significativa del registro interpretativo, solitamente legato a musica sacra e a opere di ampio respiro: arrivare a esibirsi in un repertorio di brani profani dall’atmosfera e dall’ispirazione molto diverse tra loro è il risultato di due anni di lavoro. Quella in Sala San Giovanni sarà la terza esibizione pubblica di questo progetto musicale.

Le voci soliste della serata, che si alternano nei diversi brani, sono quelle di Sofia Bokhon’ko, Donatella Botasso, Elisa Elia, Elisa Giordano, Valeria Maddaloni, Fosca Tallone, Giulia Viada, Fabrizio Cravero e Manuel Frontera. Il coro è formato dai soprani Sofia Bokhon’ko, Rosanna Bosca, Donatella Botasso, Andreina Foglino, Maria Gareli, Grazia Garnero, Elisa Giordano, Valeria Maddaloni, Bruna Melano, Alina Niborski, Enrica Parà, Fiorella Prandino, Fosca Tallone e Patrizia Vecchioni; dai contralti Mafalda Anna Beccaria, Elisa Elia, Anna Maria Garassino, Caterina Giannone, Anna Giordano, Alessia Martinengo, Federica Meinardi, Rossana Parola, Imelda Peano, Paola Sansone, Annamaria Tonet e Giulia Viada; dai tenori Luca Carletti, Francesco Cesario, Francesco Corso, Fabrizio Cravero, Enrico Ferrone, Luca Giraudo, Ivo Massimino, Gianfranco Potenza, Andrea Pellegrino, Gianni Riboni e Jervis Sussarellu; dai bassi/baritoni Livio Candela, Luca Cavallo, Corrado De Pasquale, Manuel Frontera e Silvano Giacometti. Rossana Parola collabora alla direzione.

La seconda parte della Stagione Artistica 2025 del Ghedini si apre dunque, dopo la pausa estiva, sulla falsariga di come era iniziata: in uno spazio esterno al Conservatorio e con l’esibizione di un coro. Ad aprire la stagione era stato infatti, a febbraio, il Coro del Progetto Palestrina diretto dal Maestro Flavio Becchis nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù di Cuneo.

La Società Corale Città di Cuneo, fondata nel 1946, vanta al suo attivo oltre 650 concerti e la partecipazione a importanti iniziative musicali nazionali ed internazionali e il Coro ha realizzato nella sua storia importanti produzioni integrali come la Passione secondo Giovanni, la Passione secondo Luca e la Messa in si minore di Bach, il Requiem e la Messa KV 220 di Mozart, il Te Deum di Charpentier, il Messia di Händel e la Sinfonia n. 9 di Beethoven, i Carmina Burana di Orff. Negli ultimi anni il Coro si è concentrato sullo studio dei mottetti di Anton Bruckner, sulla musica corale italiana contemporanea e degli ultimi 150 anni, su produzioni corali novecentesche e contemporanee dei Paesi Scandinavi, Baltici e degli Stati Uniti e ha svolto anche un interessante excursus storico sul canto a cappella per il culto russo-ortodosso, dedicandosi inoltra a proporre opere di grande repertorio in versione originale come il Requiem di Fauré, la Messa op. 86 di Dvorák, “Sunrise” di Ola Gjeilo e i “Vespri op. 37” di Rachmaninov.