Un quartetto d’archi formato da studenti del Ghedini al rifugio Fauniera domenica 27 luglio, per il festival Suoni delle Terre del Monviso

Chissà cosa avrebbero pensato Haydn e Beethoven se qualcuno avesse predetto che le loro musiche sarebbero risuonate, un giorno, in cima a una montagna, a 2300 metri di quota, sulla terrazza di un rifugio alpino.

Ebbene, tutto questo sta per accadere. Domenica 27 luglio, infatti, il Sunrise Quartet concerterà (alle ore 13) al Rifugio Fauniera, sul tetto Valle Grana, sopra Castelmagno e poco sotto la cima del Colle Fauniera, crocevia con le valli Maira e Stura.

L’evento è organizzato all’interno del Festival Suoni delle Terre del Monviso e rappresenta la “cima Coppi” dell’edizione 2025 della stagione musicale organizzata dai Polifonici del Marchesato e dalla Fondazione Bertoni di Saluzzo, organizzatori che hanno sposato appieno la frase che accoglie i visitatori sul sito del rifugio Fauniera: “Ci sono sogni che nascono nella nostra testa e che il nostro cuore trasforma in realtà”.

Protagonista del concerto, come detto, un quartetto d’archi formato dalle eccellenze del Conservatorio Ghedini di Cuneo: Luca Costantino e Anna Peano al violino, Ludovica Ciafardone alla viola e Sofia Artioli al violoncello. Una scelta, quella del coinvolgimento diretto dei giovani, che rappresenta un’autentica cifra stilistica del festival il quale, da sempre, scommette sulle nuove generazioni e costituisce una vetrina per i musicisti di oggi e di domani.

La scelta artistica della formazione (quartetto d’archi) vuole dare visibilità a quella che già dal classicismo é considerata come una delle forme compositive più alte, da sempre espressione di unitarietà e armonia.

In onore di ciò, le composizioni che verranno proposte sono due degli esempi più riusciti di autori quali Franz Joseph Haydn e Ludwig van Beethoven. Stiamo parlando del quartetto op.76 n.4 in Sib maggiore, scritto da F.J. Haydn nel 1797, e del quartetto op. 18 n. 4 in Do minore di L.V. Beethoven, composto tra il 1790 e il 1800.

Il quartetto op.76 n.4 in Sib maggiore venne scritto da F.J. Haydn nel 1797 a Vienna. Diciture moderne affidano a questo quartetto il sottotitolo di “sunrise quartet”; l’origine del nome è da collegare al primo movimento “Allegro con spirito” che si apre su un tema intenso ed espressivo. L’intenzione rivoluzionaria per Haydn di sperimentare l’impasto sonoro del quartetto d’archi, lasciando in secondo piano la ricchezza della forma e delle architetture polifoniche, rimane però chiara durante tutta la composizione. Seguono poi l’”Adagio” e il “Menuet, Allegro e Trio”, in cui la matrice di contrasto è il tema popolare che fiorisce dal terzo movimento. Altrettanto di carattere popolare è il tema del quarto movimento, il “Finale, Allegro ma non troppo”, impreziosito da divertenti e serrati giochi polifonici.

Il quartetto op.18 n.4 in Do minore di L.V. Beethoven venne composto tra il 1790 e il 1800 insieme ad altri cinque quartetti che completano la raccolta. Il quartetto in tonalità di do minore si apre con un “Allegro ma non tanto” molto accattivante e ricco di tensione drammatica, segue poi un tempo più pacato e leggero dalla dicitura di “Andante scherzoso, quasi allegretto”, un “Minuetto. Allegretto” dalla classica forma di minuetto-trio permette un attimo di respiro al primo violino (che diventa accompagnamento degli altri tre strumenti) e conclude con un “Allegro” incalzante e pieno di spirito.

I fasti della Vienna imperiale rivivranno dunque là dove il panorama è mozzafiato: dalla pianura a perdita d’occhio, fino alla Langa e alle Prealpi Liguri, in un clima davvero magico.

Ulteriori info sul sito www.suonidalmonviso.it; via e-mail all’indirizzo info@suonidalmonviso.it o ai numeri di telefono: 349.3282223 – 349.3362980.

Per info generali inerenti al rifugio: 388.1295174.

Il prossimo appuntamento del festival Suoni delle Terre del Monviso è in programma sabato 2 agosto, a Pian Munè (nel comune di Paesana). In programma: Love Song, un immaginario viaggio musicale attraverso alcune tra le più significative canzoni d’autore del ‘900, da Luigi Tenco a Paolo Conte, da Lucio Battisti Gino Paoli. Un viaggio dove il quartetto jazz e il quartetto d’archi si incontreranno per dar vita ad uno spettacolo assolutamente coinvolgente e adatto a qualsiasi tipo di pubblico.