Gli allievi della classe di Musica da Camera interpretano Brahms e Smetana tra genio, passione e introspezione

Martedì 24 giugno un concerto con due trii per violino, violoncello e pianoforte. Appuntamento della Stagione Artistica 2025 a partecipazione libera, consigliato prenotare il posto in sala.

Martedì 24 giugno, alle ore 20.30 nella sala “Mosca” del Conservatorio di Cuneo (via Roma 19) si svolge il concerto “Genio, passione e introspezione: Brahms e Smetana nella musica da camera” nel quale si esibiscono sei allievi della classe di Musica da Camera della docente Clara Dutto. Vengono eseguiti il Trio n. 3 in do minore per violino, violoncello e pianoforte op 101 di Johannes Brahms e il Trio in sol minore op. 15 per violino, violoncello e pianoforte di Bedřich Smetana. Propongono il primo brano Anna Peano, Sofia Artioli e Alexander Bieniek; nel secondo si esibiscono Luca Costantino, Adele Polo e Walter Ghirotti. L’appuntamento è a partecipazione libera, ma è consigliato prenotare il posto in sala dal sito https://www.eventbrite.it/e/biglietti-genio-passione-e-introspezione-brahms-e-smetana-nella-musica-da-camera-1409238703899, a partire da martedì 17 giugno. Con questo concerto si chiude la prima parte della Stagione Artistica del Ghedini, che riprenderà nella seconda metà di settembre.

Johannes Brahms e Bedřich Smetana, pur contemporanei, possono essere considerati due vertici distinti della musica del XIX secolo. Il primo, erede spirituale di Beethoven e Schumann, è l’esponente di un Romanticismo classico e strutturato e la sua musica da camera è un microcosmo di introspezione e rigore formale, dove la passione è contenuta ma intensa, e il genio si manifesta nella capacità di coniugare lirismo e complessità contrappuntistica. Il secondo, considerato il padre della musica nazionale ceca, ha infuso nelle sue composizioni lo spirito, le melodie e i ritmi della sua terra e la sua musica da camera è permeata da un lirismo più spontaneo e da una passione che si esprime in melodie struggenti e in un uso vibrante del colore strumentale.

Composto nel 1886, il Trio n. 3 in do minore op. 101 di Brahms è una delle sue opere da camera più mature e concise, un capolavoro di equilibrio tra intensità emotiva e rigore strutturale. Il pezzo irradia una profonda introspezione, pur mantenendo concisione e chiarezza. La drammaticità e l’energia propulsiva del primo movimento sfumano nella delicatezza del secondo, quasi un intermezzo sognante, e lasciano spazio alla vivacità quasi scherzosa del terzo. Il finale, vigoroso e appassionato, è il sigillo di un’opera che testimonia la piena padronanza di Brahms nella scrittura per trio.

Il Trio in sol minore op. 15 di Smetana, composto nel 1855, è un’opera di un’intensità emotiva elevatissima, profondamente autobiografica e permeata dal dolore della perdita. Dedicato alla memoria della figlia Frederika, scomparsa prematuramente, il trio è un lamento appassionato, ma anche un’esplorazione delle diverse fasi del lutto. Il primo movimento, con la sua carica drammatica, evoca il dolore della perdita, mentre il secondo offre momenti di toccante lirismo e malinconia. Il finale, pur con sprazzi di speranza, mantiene un sottotono di tristezza, rendendo questo trio un esempio commovente della capacità di Smetana di tradurre in musica le proprie esperienze più intime.