Martedì 21 ottobre un viaggio nel barocco francese del Settecento con il concerto che chiude la masterclass di Susanne Scholz: appuntamento alle ore 20.30 nella Chiesa di San Sebastiano a Cuneo.
Martedì 21 ottobre alle ore 20.30 la Chiesa di San Sebastiano a Cuneo (contrada Mondovì 15) ospita “Les Caractères de la Danse”, il concerto conclusivo della masterclass di Susanne Scholz, direttrice del Dipartimento di musica antica presso la Kunstuniversität di Graz in Austria, curata dalla docente di Clavicembalo e Tastiere storiche al Ghedini Carmen Leoni. La serata fa parte della Stagione Artistica 2025 del Conservatorio di Cuneo ed è a partecipazione è libera; è comunque consigliato prenotare il posto a sedere dal sito https://www.eventbrite.it/e/biglietti-les-caracteres-de-la-danse-1791834909449, a partire da martedì 14 ottobre.
Il programma propone un affascinante percorso attraverso il barocco francese del Settecento, concentrandosi su tre delle sue espressioni più raffinate. Il Premier Récréation op. VI di Jean-Marie Leclair, nelle sue tre parti, rappresenta l’eleganza della musica da camera francese, dove la virtuosità violinistica si fonde con il gusto galante dell’epoca. A separare le sezioni dell’opera di Leclair vengono proposti lavori di Louis-Nicolas Clérambault e di Jean-Philippe Rameau. Del primo vengono eseguite, dalle Cantates françoises, L’Orphée e Monarque Redouté, che testimoniano la fioritura della cantata profana francese, genere che unisce la narrazione drammatica alla ricchezza espressiva della voce solista; del secondo invece brani da Les Indes Galantes, capolavoro dell’opera-balletto che celebra mondi esotici e lontani attraverso una partitura di straordinaria inventiva orchestrale e coreografica, esempio perfetto della sintesi tra musica, danza e spettacolo tipica del teatro barocco francese.
Si esibiscono, sotto la direzione di Susanne Scholz, gli allievi del Ghedini che hanno frequentato la masterclass: i soprani Ilaria Bogetti e Ilaria Conti, il tenore Enrico Veglio, i violinisti Marta Botta ed Elena Ghione, i flautisti Eric Giubergia e Adrian Nistor, i violoncellisti Leonardo Cialdella e Sofia Artioli, i chitarristi Alarico Gherardi e Pietro Mazzucco, e al clavicembalo e basso continuo Nazareno Fusta e Liu Weichao.
Il concerto invita a riscoprire un aspetto fondamentale della prassi esecutiva barocca: a partire dalla metà del XVII e per tutto il XVIII secolo, musica e danza costituivano un tutt’uno nello spettacolo musicale. I movimenti delle suites strumentali facevano riferimento a danze che erano comunemente composte, studiate e praticate dagli stessi musicisti, una pratica che con il passare del tempo è andata perduta. Come sottolinea la coordinatrice del laboratorio Carmen Leoni, «non è solo una scelta di velocità o di tempi a determinare un minuetto o una chaconne, ma la reale corrispondenza dei movimenti e gesti dei danzatori, siano essi professionisti oppure nobili dilettanti, con la scrittura musicale. Nella ricerca volta al recupero della prassi esecutiva antica è importantissima la ricostruzione delle coreografie coeve».
Il laboratorio che ha portato a questo concerto conclusivo si è concentrato proprio sull’aspetto della danza tipica dell’epoca, permettendo agli studenti di comprendere e interpretare il repertorio barocco attraverso la sua dimensione coreografica originaria, restituendo così al pubblico l’autentico spirito di un’epoca in cui musica e movimento erano indissolubilmente legati.



